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L’idrossiapatite come biomimetico dentale

L’idrossiapatite (HAP; Ca₅(PO₄)₃OH) è il principale componente minerale dello smalto dentale e, formulata in nanoparticelle, viene impiegata nei dentifrici per favorire la remineralizzazione e la protezione dello smalto¹.

L’idrossiapatite biomimetica rappresenta un’alternativa valida e sicura al fluoro nelle formulazioni per la cura orale, con comprovate proprietà remineralizzanti, protettive e desensibilizzanti. L’ottima biocompatibilità e l’assenza di rischio di fluorosi rendono l’idrossiapatite utilizzabile senza limiti di dosaggio, ideale per bambini, donne in gravidanza e soggetti con diminuita secrezione salivare²,³,⁴.

Composizione e proprietà dell’idrossiapatite

  • Struttura cristallina: fosfato di calcio esagonale che può ospitare sostituzioni ioniche (Mg²⁺, Sr²⁺, CO₃²⁻) analoghe a quelle presenti nello smalto dentale⁵.
  • Biocompatibilità e bioattività: grazie alla somiglianza con i tessuti dentali, l’idrossiapatite promuove l’adesione e la crescita di nuovi cristalli sui siti demineralizzati⁶.
  • Formulazioni nanostrutturate: le particelle di nHAP (20–100 nm) presentano un’elevata area superficiale specifica, miglior penetrazione nelle microporosità dello smalto e un’efficacia superiore nel ripristino della mineralizzazione iniziale⁴.

Meccanismi d’azione

  • Formazione di uno strato protettivo – I micro‑cristalli di idrossiapatite aderiscono allo smalto riempiendo microfessure e proteggendo dagli attacchi acidi¹.
  • Rilascio di ioni e buffering del pH – In ambiente acido l’idrossiapatite si dissolve parzialmente, rilasciando Ca²⁺ e PO₄³⁻ che innalzano il pH del biofilm¹.
  • Occlusione dei tubuli dentinali – Le nanoparticelle penetrano e sigillano i tubuli esposti riducendo l’ipersensibilità dentinale⁷.
  • Gestione del biofilm – L’idrossiapatite si lega agli adesivi batterici, agglutinando e rimuovendo i microrganismi e bloccando i recettori della pellicola⁶.
    • Azione sinergica con lattotransferrina – L’accoppiamento idrossiapatite‑lattotransferrina riduce l’adesione di patogeni parodontali e modula la risposta infiammatoria, potenziando l’effetto antibiofilm²⁰,²¹.

Applicazioni in oral care

Remineralizzazione dello smalto

  • Studi in vitro: la spettroscopia FT‑IR mostra nuove bande attribuibili a idrossiapatite su smalto demineralizzato dopo trattamento con dentifricio contenente nHAP⁸.
  • Studi in situ: un trial crossover doppio cieco (NCT03681340) confronta la remineralizzazione indotta da 10 % HAP vs. 500 ppm F⁻, evidenziando equivalenza nell’inibizione della perdita minerale⁹.

Prevenzione della carie

Un recente RCT su adulti ha mostrato che un dentifricio al 10 % di idrossiapatite riduce la formazione di nuove lesioni cariose con efficacia non inferiore al fluoro¹⁰.

Gestione dell’ipersensibilità dentinale

La sigillatura dei tubuli riduce il passaggio di stimoli termici e meccanici, offrendo un sollievo clinico duraturo senza agenti chimici irritanti⁷.

Biofilm & sbiancamento

Oltre alla remineralizzazione, l’idrossiapatite riduce l’adesione microbica e fornisce un leggero effetto sbiancante grazie alla deposizione di cristalli traslucidi⁶,²⁰.

Idrossiapatite e remineralizzazione dello smalto dentale

Lo smalto dentale è il tessuto più mineralizzato dell’organismo umano e la sua integrità è fondamentale per la prevenzione della carie e dell’ipersensibilità dentinale.
È composto per circa il 96 % da cristalli di idrossiapatite di calcio (Ca₁₀(PO₄)₆(OH)₂), organizzati in prismi intrecciati che ne conferiscono durezza e resistenza all’usura¹¹. Tuttavia, esposizioni prolungate a pH inferiori a 5,5 favoriscono la demineralizzazione dei cristalli di idrossiapatite, innescando processi cariogeni e di sensibilità dentinale¹¹.

Meccanismi di remineralizzazione dello smalto

  1. Occlusione delle microporosità
    Le particelle di idrossiapatite si inseriscono nelle fratture superficiali dello smalto, agendo come “sementi” per la deposizione di nuovi cristalli di calcio e fosfato¹².
  2. Bilanciamento del pH
    In presenza di idrossiapatite, il rilascio controllato di ioni Ca²⁺ e PO₄³⁻ contribuisce a tamponare gli acidi prodotti dalla placca batterica, rallentando la demineralizzazione¹³.
  3. Azione antibiofilm
    Diversi studi hanno riportato che l’idrossiapatite riduce l’adesione di Streptococcus mutans e di altri patogeni orali, favorendo un ambiente meno cariogeno¹⁴.

Applicazioni cliniche ed evidenze

  • Dentifrici all’idrossiapatite vs al fluoro
    Studi in situ su dentifrici contenenti nHAP al 10 % hanno dimostrato un’efficacia di remineralizzazione paragonabile a formulazioni fluorate (500 ppm F⁻) sia in vitro sia in studi clinici su pazienti pediatrici¹⁵.
  • Prevenzione della carie e desensibilizzazione
    Trial controllati hanno mostrato che dentifrici con idrossiapatite promuovono la remineralizzazione delle lesioni iniziali e riducono la sensibilità dentinale grazie all’occlusione dei tubuli dentinali⁷.
  • Trattamenti topici e collutori
    Saggi in situ con lozioni orali al 5 % di idrossiapatite applicate due volte al giorno hanno evidenziato un’inibizione significativa della demineralizzazione e un incremento dello spessore mineralizzato dello smalto¹⁶.

Idrossiapatite e sensibilità dentinale

L’ipersensibilità dentinale è un fenomeno clinico multifattoriale, conseguente all’esposizione dei tubuli dentinali che mette in comunicazione il complesso odontoblasto–polare con l’ambiente orale. Tra le principali cause si annoverano:

  • Abrasioni meccaniche: uno spazzolamento scorretto o l’uso di dentifrici formulati con abrasivi troppo aggressivi rimuove progressivamente il tessuto smaltare, esponendo la dentina.
  • Erosioni chimiche: l’assunzione frequente di cibi e bevande acide (bevande gassate, agrumi), episodi di reflusso gastroesofageo o disturbi alimentari determina una solubilizzazione diretta dello smalto, favorendo l’apertura dei tubuli dentinali.
  • Parafunzioni: il bruxismo e altre attività masticatorie non fisiologiche generano microfratture e usura dello smalto, incrementando la sensibilità.
  • Fattori iatrogeni: procedure odontoiatriche quali trattamenti parodontali, sbiancamenti professionali e preparazioni protesiche possono alterare la superficie smaltare, esponendo la dentina sottostante.

Per contrastare efficacemente questi meccanismi, è stata sviluppata una formulazione di dentifricio remineralizzante contenente idrossiapatite biomimetica (HAP) supportata da una combinazione sinergica di principi attivi:

  • Idrossiapatite biomimetica: replica il minerale naturale di smalto e dentina, agendo come filler riparativo e rilasciando Ca²⁺ e PO₄³⁻ in risposta a variazioni di pH¹.
  • Nitrato di potassio: penetra nei tubuli dentinali, depolarizzando le fibre nervose Aδ e riducendo la percezione del dolore¹.
  • Arginina e carbonato di calcio: favoriscono la co‑adesione di batteri benefici e contribuiscono alla deposizione di sali minerali¹,⁷.
  • Silice idrata: agente lucidante delicato, rimuove impurità senza erodere lo smalto.

Grazie al sinergismo tra idrossiapatite biomimetica e agenti desensibilizzanti, questa formulazione promuove:

  • Il ripristino controllato dell’architettura smaltare, colmando micro‐difetti e microfratture.
  • La formazione di una barriera tubulare semiocclusiva, che attenua la trasmissione degli stimoli termici e osmotici al complesso pulpare.
  • La prevenzione delle recidive di erosione e abrasione, grazie a un effetto remineralizzante e protettivo.

In sintesi, il dentifricio a base di idrossiapatite biomimetica rappresenta un approccio scientificamente validato per la gestione e la prevenzione dell’ipersensibilità dentinale, coniugando efficacia clinica e sicurezza¹⁷,¹⁸,¹⁹.

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